"La memoria è come una sterminata biblioteca senza ordine alfabetico, diceva Iosif Brodskij, uno spazio innanzitutto che ha a che fare con la parola e la narrazione, ma anche con il caos. Ceniti prova a dare ordine a questo caos dentro una mappa costruita su alcuni grandi assi: luoghi, soprattutto, luoghi di una quotidianità che tende ormai a sgranarsi, il cinema del Corso, la norcineria Merlani, la tipografia Agnesotti, l'Ospedale Grande degli Infermi o il bar Minciotti, ma anche personaggi che hanno popolato quei luoghi in un'epoca ormai scomparsa, uomini e donne che in qualche modo, hanno lasciato un segno nella storia della città, culturale, a volte, come Zeno Scipioni, Italo Arieti, il prof. Vismara, oppure di costume, nel giullaresco mondo di certi personaggi un po' rabelesiani come Armidoro o la Caterinaccia". (dalla prefazione di Giorgio Nisini)