Per Tuscia si intende oggi, per antonomasia, la provincia di Viterbo ma anticamente il toponimo designava la regione compresa tra l’Arno, il Tevere e la costa tirrenica, vale a dire l’intera Etruria. A partire dal XVI secolo molti viaggiatori stranieri hanno attraversato la Tuscia. Viaggiatori di ogni genere - dagli umili pellegrini agli aristocratici, dai membri dell’alta borghesia ai rappresentanti del clero, spesso in viaggio sulle rotte del Grand Tour verso la Città Eterna – che affidarono ai loro diari il compito di conservare, per poi divulgare, la memoria del loro cammino, registrando, talvolta puntigliosamente, storie, immagini, sensazioni, commenti e perfino aneddoti e bizzarre tradizioni in rapporto ai luoghi attraversati.
Questo libro – aperto dalla rassegna delle biografie e dei testi dei principali scrittori odeporici di lingua inglese che visitarono la Tuscia tra il XVI e il XX secolo e chiuso dal capitolo dedicato al commento critico dei loro scritti – intende richiamare l’attenzione su alcune testimonianze concernenti Bolsena e il suo lago (due ambiti su cui maggiormente si sono soffermati gli autori dei diari) presentate attraverso gli originali dei testi, per lo più tradotti qui per la prima volta. L’origine di Bolsena, la storicità del miracolo eucaristico, l’interpretazione della "Pietra delle pedate" di S. Cristina, la caldera vulcanica e le isole vaganti del lago, la sorte della regina Amalasunta, sono tutti temi di grande rilievo storico, ma nella letteratura odeporica infarciti di credenze tradizionali e sui quali si è liberata maggiormente l’immaginazione dei viaggiatori: temi che, quindi, hanno offerto lo spunto per un loro riesame complessivo, alla luce del progresso delle ricerche e delle conoscenze attuali.