“Di dietro ciascun canto delle vie strette, buie, chiuse da nere case (...), balza improvvisa la sorpresa. Ora è una fuga di gradini su cui s’apre una porta in piena aria; ora un grosso arcone che si schiaccia sui passanti, e di là fa travedere altri archi e scalette, balconi dai muri grezzi, stipiti scolpiti; ora una nera torre massiccia, senza finestre, senza feritoie; ora la fresca vena di una piccola fonte”. In questa conferenza, tenuta presso l’Associazione dei Viterbesi a Roma e pubblicata nel 1912, Pietro Egidi racconta la storia dell’arte dalle origini longobardiche sino alla fioritura cistercense in una Viterbo sempre sul punto di travalicare in sogno.