In Pier Paolo Pasolini la Tuscia viterbese è stata molto più di una semplice parentesi; la terra attorno alla Città dei Papi lo ha coinvolto tanto da determinarne le opere, il pensiero e la sua stessa biografia. Ammirato con venerazione e gelosia fin dal primo vero incontro, avvenuto nel 1964, il territorio in questione è divenuto un punto fermo della sua vita sotto numerosi punti di vista, affermandosi in maniera sempre più consistente fino alla data della sua tragica morte. L’approfondimento della relazione ha dovuto necessariamente prendere le mosse da uno studio che ne facesse emergere tutte le varie declinazioni, precedenti, contemporanee e successive alla vita dell’artista, e in considerazione di fonti che si spingessero anche ben oltre l’immediato ed evidente, non tralasciando alcun dato.