A porte chiuse è un libro in cui il disincanto nei confronti della vita pubblica e dell’intimità privata si incarna nel linguaggio poetico mediante lo sdoppiamento soggettivo: la presenza di un doppio interno che si evidenzia nelle contraddizioni perenni del personaggio poetico e di un doppio esterno o Doppelgänger materializzato nella figura di un lupo. La rottura dell’unità del soggetto lirico viene confermata dall’uso peculiare della negazione e dei pronomi che riflette la straniante percezione della propria identità e la perdita di una coscienza univoca che, nonostante ciò, resta attenta e vigile. Lo sguardo sensibile e affettivo che si sofferma sui piccoli utensili di uso quotidiano è uno ‘stilema’ della parola monteriana: gli oggetti industrializzati che per Walter Benjamin erano feticci privi di aura per il poeta spagnolo ritrovano la loro dignità a contatto con la vita dei loro proprietari.