Il luogo della memoria è una unità significativa, d’ordine materiale o ideale, che la volontà degli uomini o il lavorio del tempo ha reso un elemento simbolico di una qualche comunità. Il luogo della memoria è quindi quello spazio da interpretare come fonte diretta del ricordo, di un fatto circostanziato, accaduto in un momento particolare del percorso della storia. In tal senso, viene spontaneo andare con la mente a monumenti, musei, cimiteri, steli o immagini-ricordo lungo le strade, ma si fanno luoghi della memoria anche quegli angoli di mondo che hanno assunto nel tempo un suggerimento capace di destare con collegamenti quanto altrimenti si sarebbe assopito: tutti segni che attestano e testimoniano una realtà avvenuta in un particolare istante che la società in quanto collettività quasi unanime (o, con valore diverso ma pur sempre significativo, la famiglia o l’individuo) indica per tenere intenzionalmente desto il ricordo su un determinato aspetto verso il quale si nutrono legami diretti o indiretti, commemorativi o intimi, collettivi o personali. Sono, per usare un’espressione del giornalista e intellettuale francese Jules Régis Debray (n. 1940), i monumenti-messaggio, capaci di trasmettere un valore sociale, familiare o personale per rendere segno visibile, anche con valore pedagogico, quanto non lo è più, per legare nel tempo attraverso un punto trasversale il passato, il presente e il futuro.