È necessario separare la storia, cioè lo studio di quanto è accaduto, e il passato? O meglio è necessario separare il passato studiato (e dunque congelato) dagli storici dal passato vivente del cinema, della letteratura, dei videogiochi? Questi interrogativi sono stimolanti, ma anche spiazzanti, o quantomeno portano lontano dalle pratiche di ricerca e di didattica di molti storici. Tuttavia la maggior parte di questi ultimi lavora su plurimi strati documentari, che si complicano nella distanza temporale fra il passato studiato e il presente e che offrono informazioni su quel passato più lontano, che viene documentato, ma anche sul passato più recente nel quale documenti e studi sono stati prodotti. In pratica lottiamo contro e dentro un meccanismo di continue rifrazioni che possono e debbono essere analizzate non soltanto per quanto asseriscono sul passato di cui “parlano”, ma anche per quanto fanno capire sul loro presente, sul tempo nel quale sono state prodotte