Nel primo capitolo di questo lavoro è sintetizzata l’evoluzione dei giubilei ordinari dal 1300 al 1900. In questa plurisecolare cavalcata si vedrà come il fenomeno giubilare propriamente detto è affiancato da indulgenze plenarie straordinarie, che inizialmente prolungano il fenomeno principale, ma poi da esso si distaccano. Nel secondo capitolo si segue quindi la discussione storiografica e la documentazione storica sulla nascita e l’evoluzione dei giubilei straordinari dal primo Cinquecento alla Breccia di Porta Pia. Il terzo capitolo mostra come Leone XIII, asceso al Soglio poco dopo la fine dello Stato pontificio, si serva di numerosi giubilei straordinari per ridare visibilità politica a una Santa Sede senza più territori. In questa strategia, a volte frenetica, i giubilei si accompagnano agli anniversari (centenari, cinquantenari, ecc.), che ispirano pellegrinaggi o raccolte di messaggi utili per non far dimenticare all’Europa e al mondo intero la questione romana. Scomparso papa Pecci, la Chiesa di Roma non rinuncia a utilizzare ricorrenze e giubilei straordinari come strumento di visibilità politica e alla fine li incrocia nel centenario costantiniano del 1913, discusso nel quarto capitolo. Questa iniziativa è inizialmente pensata come celebrazione di un anniversario significativo e poi diviene giubileo straordinario. In tale occasione il discorso politico, cioè il rapporto tra Stato e Chiesa, è esplicito e precede di poco il primo importante accordo tra i due, cioè il Patto Gentiloni e l’ingresso ufficiale dei cattolici nell’arena italiana.