No, questo libro non è una favola e non narra le avventure di personaggi, fin troppo commerciali, di qualche nuovo cartoon. Esso è il racconto-incontro di un nonno e di una nipotina, l’incrocio di due “strade” esistenziali, segnato dalle domande e dai perché, dalle risposte e dalle spiegazioni, dalle richieste e dalle concessioni, dai capricci e dai dinieghi, mentre si sviluppano frammenti di ricordi e speranze future, tra passato e presente. Non solo letterariamente, ma fisicamente è il racconto-incontro “del tramonto”, che sarà “notte” e “dell’alba” che sarà “giorno”, come afferma l’Autore nella Premessa. La narrazione, in versi ed in prosa, dal suo sviluppo intimistico e privato si fa, volutamente, invito compartecipativo e questo tredicesimo impegno letterario di Pietro Angelone, anche attraverso un’operazione di sintesi e di aggiornamento di quanto già scritto, affida alla riflessione del lettore pagine, che vogliono evidenziare la continuità consapevole del rapporto umano tra il “ l’altroieri e lo ieri, l’oggi e il domani”, come una piccola eredità, nel desiderio che dia qualche “frutto”. Così l’Autore da scrittore diventa auto-lettore, fiducioso che la “cosa” possa rappresentare, comunque, un valore, non soltanto letterario, nel percorso della vita, consapevole, nel contempo, della validità della “poetica del fanciullino” di pascoliana memoria, come ha modo di chiarire verso la conclusione del libro.