Delle numerose prospettive sotto cui inquadrare il fenomeno dei flussi migratori che di volta in volta i fascicoli di ASEI hanno utilizzato per fornire tasselli utili alla storicizzazione delle migrazioni e al loro rapporto con la storiografia nel suo insieme, abbiamo scelto per questo numero, quella in apparenza più ludica. Quella cioè della canzone, del cantato e dei cantanti che si sono occupati a vario titolo e sotto molteplici forme delle questioni migranti. In apparenza una scelta bizzarra ma in piena linea con i propositi della rivista e dei suoi dossier, interessati all'individuazione di una determinata problematica da affrontare in maniera, appunto, multi prospettica al fine di fornire una serie di tasselli da puzzle da ricomporre. Un aspetto, questo musicale, da considerarsi ludico soltanto in riferimento alla percezione che nei paesi occidentali si ha oggigiorno della musica: non più espressione artistica foriera di messaggi socio-politici e culturali, bensì intrattenimento "popular" se non spettacolo tout court destinato ad un uso superficiale e marginale.