Erudito, umanista, filologo sui generis, creatore di miti e genealogie fittizie, amante dell’antichità, spregiudicato falsario: tutto è stato detto riguardo Annio e le sue opere. Un’ascesa irresistibile nell’ambito della Curia romana, fino alla carica di Magister Sacri Palatii, la conoscenza personale di tutti i più potenti uomini del suo tempo e degli artisti più illuminati. Un uomo capace di creare una genealogia illustre e famosa, operazione che realizzò con abilità anche per importanti personaggi laici ed ecclesiastici. La sua città natale venne beneficata di centinaia di pagine celebrative e per Viterbo Annio creò un lignaggio tanto aulico quanto improbabile, intrecciando riferimenti all’antico Egitto, alla classicità, all’Alto Medioevo di Longobardi e Carolingi; riuscì a far divenire Viterbo un crocevia di divinità, re, principi e papi, alterando le testimonianze documentarie e inventandone altre con assoluta disinvoltura. Il Decreto di Desiderio è in questo senso l’emblema dell’attività anniana.