La contrapposizione tra il mondo delle sinistre (plurali) e il mondo cattolico non poteva avvenire che sugli stessi terreni di competizione, propri di una società di massa in cui la politica mediava le domande e indirizzava le scelte da privilegiare. È un’eredità quindi, quella che ci lascia quella lunga fase della storia d’Italia che va dalla fine dell’Ottocento agli anni ‘50, di contrapposizione da una parte, ma anche di sfide su terreni comuni dall’altra, che credo vada opportunamente, profondamente rimeditata. E quindi utilmente Quirino Galli ci ha chiamato a riflettere su quest’eredità. Dobbiamo farlo in modo critico, andando oltre eventuali nostalgie, storie anche individuali costruite in un tempo diverso da quello presente e quandfo altri erano i modelli sociali e culturali.