Dopo quasi un decennio in cui tentò di portare avanti forme di indottrinamento politico, negli anni Trenta il regime fascista attuò una serie di attività volte a promuovere lo studio della lingua e della cultura patria fra le comunità di italiani negli Stati Uniti. L’obiettivo era quello di mantenere legate le seconde generazioni, che andavano sempre più americanizzandosi. Favorendo allo stesso tempo l’acquisizione della cittadinanza statunitense, il fascismo cercò di dar vita a “lobby etniche” il cui vincolo con la madre patria avrebbe dovuto essere preservato proprio grazie alla capacità di parlare la lingua di origine. Il volume si propone di ricostruire queste politiche, mostrando come il disegno mussoliniano fosse destinato al fallimento. Lo studio è una rielaborazione di una tesi di dottorato premiata nel 2006 con il Premio Altreitalie.