Viviamo in corpi post-umani, carni in cangiante metamorfosi, capaci di sopravvivere al progresso somatizzandolo, incorporandolo alla propria natura. E sono proprio i corpi di coloro nati agli inizi del secolo scorso che, attraversando guerre, monarchie, governi e linguaggi, per primi hanno varcato il futuro con un cuore che oggi pulsa in pace-maker ad alcaline! Quando si parla di nuovo corpo, quindi, non si parla solo del futuro e delle ultime generazioni cresciute nelle megalopoli mondiali, della nuova elettro-borghesia giapponese, dei cyber-punk londinesi, degli hacker in viaggio nella liquida architettura della rete… ma si parla anche dei contadini senza trattore, delle fanciulle che un tempo camminavano sui set dei noir anni trenta, dei ragazzi che ballavano il rock&roll, e di quelli cresciuti con la tarantella.