Venti studi su un secolo fin troppo controverso e ribollente, il Novecento italiano, ma redatti da una particolarissima angolazione: che è quella d'una speciale autobiografia della nazione, in cui, a costruirla, non sono stati solo i grandi e indiscussi protagonisti, ma anche personaggi apparentemente minori e, talvolta, persino laterali, quando non completamente rimossi. Ecco perché, accanto al ritratto di Grazia Deledda, restituita in tutto il suo valore di scrittrice tragica e irredimibile, o d'un inatteso e risentito Pirandello, di un euforico Soldati o dei lucidissimi Brancati e Sciascia, molto acclarati, ma rivisitati per aspetti secondari o magari minori della loro vasta opera, il lettore troverà qui, non soltanto Pratolini e Cassola, Lalla Romano e Ottieri, ma anche gli ormai dimenticati Frateili, Tecchi e Gorresio, fino a un Mannuzzu, che ci riporta ai giorni nostri. Con la partecipazione straordinaria di un pittore celeberrimo ma molto discusso come Renato Guttuso. Né mancano, in una chiave di militante attualizzazione, quasi una sorta di autobiografia dell'ombra, le figure di alcuni grandi lettori e critici come Borgese, Debenedetti, Baldacci e Raboni. Una galleria di uomini e di donne, di italiani insomma, poco importa se a figura intera, a mezzo busto o di profilo, o allo stato di problematico abbozzo, ma sempre nella prospettiva di una stupefacente introspezione, e restituiti all'incrocio di storia morale e storia civile. Una galleria, insomma, di ritratti d'autore, garantiti dalla scrittura di uno dei saggisti stilisticamente più riconoscibili della critica italiana di oggi.