Da qualche tempo la nostra rivista è criticata per l’approccio esclusivamente storico alle migrazioni italiane e per lo scarso spazio offerto alle altre discipline interessate al fenomeno. Ora la chiave storica è inscritta nel nome stesso del nostro Archivio e tuttavia non era giusto trasformarla in una barriera capace di escludere qualsiasi altra prospettiva. I due curatori di questo numero, uno sociologo e l’altro storico, hanno così proceduto a una sorta di negoziata collaborazione che non hanno voluto legare a dibattiti teorici, quanto piuttosto alla discussione di un caso specifico: soltanto un vero caso di studio ci sembrava poter offrire un terreno d’incontro effettivo. Nella nostra ricerca di quest’ultimo e nella scelta del tema ha giocato la pressione combinata delle notizie sempre più numerose su interessi e manovre di gruppi criminali organizzati, attivi fra o dietro lo schermo dei gruppi di emigrati italiani, e della coeva (e non sempre condivisa) riflessione storiografica sul passato e sul presente dei rapporti fra criminalità ed espatrio.