Il respiro che accompagna i passi di questo libro attraversa fatti storici, cronache, romanzi, guide turistiche, ritaglia pezzi di poesia e narrativa, si fa strada tra luci e ombre per svelare, narrando di Lisbona, l’intero Portogallo e, il più delle volte, l’intera Europa, dalle origini, risalenti a lontani millenni, sino alla sua vitalità attuale. L’obbiettivo utilizzato da Malcolm Jack mette a fuoco la città, intesa come spazio geografico stanziale da descrivere per una funzionale visita di un viaggiatore ideale, osservando i personaggi e i fatti storici che l’hanno a poco a poco forgiata, i letterati che l’hanno descritta, i pittori che l’hanno ritratta, operai, lavoratori, retornados che l’hanno resa quel crogiuolo di strati sociali, di culture e di razze che è oggi; ma illumina anche la città intesa come luogo di passaggio, di transito, di mèta da Grand Tour, di punto d’osservazione rapido e fugace, riprendendo voci di chi l’ha fissata per un tempo più o meno lungo, svelando i suoi difetti o esaltando i suoi pregi. (Mariagrazia Russo) Narrare la storia di una città è scrivere di un individuo tanto quanto di un luogo. In una città antica come Lisbona la personalità non può che essere complessa e stratificata. Alcuni aspetti tendono a ripetersi – nella storia di Lisbona il mare è una costante sempre presente – mentre altre caratteristiche sono transitorie… Poeti, scrittori e musicisti si sono entusiasmati, nel corso dei secoli, a varie zone della città – che fossero i fadistas a cantare il quartiere di Alfama, i Romantici a struggersi alla vista della luna sul Tago o Fernando Pessoa che passeggiava per le strade dello Chiado. Tutte queste percezioni della città sono parte della sua identità, segno del suo esistere nell’immaginario di coloro che l’hanno vissuta. Esplorarle ci porterà a comprendere più da vicino il carattere permanente di Lisbona. (Malcolm Jack)