Anche se il “diario” resta la forma più usata negli scritti di viaggio, tuttavia annotazioni, appunti, relazioni, promemoria, osservazioni, schemi, disegni, impressioni, elenchi, schizzi, cronache, interviste, dati, documenti, fotografie, oggetti... costituiscono un gigantesco archivio del tempo e della memoria capace di contenere, a sua volta, ulteriore materiale (un altro viaggio) che servirà poi per altre strutture e sistemi, ancora per ampliare e comprendere: la scrittura che non cessa di leggersi e la lettura che non cessa di scriversi e d’iscriversi (l’anello di Möbius di cui parlava Gérard Genette a proposito di un testo). E per diventare sia vita vissuta che parla sia coinvolgimento emotivo che traspare. Come in queste pagine dove accanto alla ricerca scientifica (ergologia, etnografia, cartografia, habitat, antropologia, geografia...) è possibile intravedere la sofferenza e l’angoscia, l’amarezza e la solitudine - ovvero la “storia” - di un uomo che ha voluto lasciare di sé un nome non ignoto.