L’Africa, oggi terra di partenza, un tempo è stata luogo di arrivo. Sebbene da un punto di vista strettamente quantitativo l’emigrazione italiana in questo continente abbia rappresentato poca cosa rispetto a quella diretta oltreoceano e nel resto d’Europa, essa ha dato luogo a collettività socialmente e culturalmente complesse, nonché contraddistinte da un notevole attivismo politico ed economico. Dall’emigrazione elitaria composta da esuli politici, ex-schiavi ed esponenti della prima borghesia commerciale e imprenditoriale della penisola, ai flussi di operai e contadini in cerca di occupazione, fino alle professionalità altamente qualificate legate all’attività di imprese e aziende multinazionali italiane, il continente africano ha sperimentato nel tempo una interessante molteplicità di tipologie migratorie. Una migrazione, questa dall’Italia verso l’Africa, che non ha mancato di intrecciarsi con i problemi legati al popolamento demografico delle colonie che le classi dirigenti europee (in Sudafrica, in Tunisia) e quella italiana (in Eritrea, in Libia, in Etiopia) si trovarono ad affrontare. Il volume ripercorre la storia di queste collettività cogliendone la fisionomia, le trasformazioni e mettendo in evidenza la diversità dei progetti migratori da cui ebbero origine. Partendo dall’inizio dell’Ottocento, quando comparvero i primi insediamenti, e giungendo fino a tempi più recenti contraddistinti dai rimpatri che hanno accompagnato e seguito i processi di decolonizzazione, si narra un capitolo poco conosciuto della storia dell’emigrazione italiana.