Presentando qui gli atti del Seminario Le forme del testo e l’immaginario della metropoli devo subito avvertire i lettori che si troveranno di fronte a percorsi multipli di letture, molto liberi dal punto di vista sia disciplinare che tematico e, naturalmente, cronologico. Mi piace ricordare che la mia proposta di indagare sul tema cruciale del rapporto fra le forme, le articolazioni e la retorica del testo con la costruzione potente del mito e delle pratiche della metropoli, e infine sulla metropoli stessa come vero e proprio testo su cui si inscrive l’episteme del tempo, è stata per prima cosa oggetto di riflessione dentro il Dipartimento per poi venire estesa a tutti i colleghi e amici della Facoltà. La risposta, come si può cogliere dal numero e dal raggio molto ampio delle relazioni, è stata generosa ed estremamente articolata, concentrandosi in grandissima parte e in vario modo sulla cultura otto-novecentesca che vede stringere una sorta di patto di sangue fra testo e città, fra industria culturale e metropoli, fra la coscienza infelice del mondo e il suo rispecchiarsi nell’ambiguo metropolitano: linguistico, poetico, narrativo, filmico.