Questo libro racconta la storia del gesuita padre Antonio Vieira (1608-1697) e più in par - ticolare della sua Clavis Prophetarum, o Chiave dei Profeti, la grande opera incompiuta, in gran parte tuttora inedita, cui egli dedic ò lunghi anni della sua vita. Inutile però cercarne traccia nei manuali scolastici o universitari: essi ci riferi - scono, in genere, di un’altra opera profetica, la História do Futuro, o Storia del Futuro, che in - vece non esiste, come questo lavoro documenta ampiamente, se non come parte della prima e stratagemma per eludere la censura inquisito - riale. In questo senso le vicende del padre Viei - ra e della sua Clavis Prophetarum vanno collo - cate in quella lunga storia della distruzione dei testi, della loro estromissione o cancellazione dalle riserve della memoria collettiva in funzio - ne dei rapporti di forza dominanti, che forse è ancora da scrivere o da riscrivere. I manoscritti dimenticati giunti fino a noi, che in qualche caso recano ancora visibili le tracce materiali della violenza censoria, testimoniano della lun - ga lotta condotta da Vieira perché essa vedesse la luce e raccontano di un grande messaggio contenuto nelle profezie bibliche a partire dai testi di Daniele: un regno di Cristo non solo nei cieli, ma anche sulla terra, prima della fine dei tempi; un impero universale sotto il segno della pace e della tolleranza fra le grandi religioni e fra popoli e genti di tutta la terra finalmente riu - niti in un’unica promessa di salvezza. Predicatore insuperabile (i duecento e più sermoni che ci ha lasciato sono fra le gemme dell’oratoria barocca), «imperatore della lingua portoghese », come lo ha definito la sensibili - tà pur tutta novecentesca di Fernando Pessoa, frequentatore delle più raffinate corti europee e al tempo stesso viaggiatore nelle più sperdute lande delle foreste brasiliane, dove svolgeva l’attività missionaria cui si era votato fin da gio - vanissimo, il padre Vieira era possessore di una magnanima speranza, che è all’origine della sua instancabile attività al di qua e al di là dell’oceano e del fascino che la sua parola esercitava sui potenti come sulle folle anonime: l’attesa, al di là di ogni aspettativa miracolistica, di un disegno di Dio che si realizzi attraverso la fede degli uo - mini e in un orizzonte di libertà.