Le correnti realiste si manifestano con vigore in un quadro di variegata complessità, nella seconda metà del secolo XIX, realizzandosi al tempo stesso come continuità e rottura nell’intreccio di tendenze che, se prendono lo spunto da motivazioni romantiche, spesso finiscono poi per capovolgerle in una più generale ansia di modernità. Non meno articolata è la cornice politico-sociale che fa da sfondo: l’abolizione del traffico negriero, nel 1850, è un fatto paradigmatico dai molteplici risvolti, un primo serio colpo a vecchie strutture mentali e culturali che già vacillavano sotto il peso di pressioni interne ed esterne. L’improvviso dissolvimento di istituzioni conservatrici (il Senato a vita, il Consiglio di Stato), la rapida urbanizzazione dei grandi centri, lo spostarsi dell’asse politico del paese da Nord a Sud, un progressivo tecnicizzarsi della produzione culturale sono gli altri fenomeni prodotti da forti contrasti e inevitabili contraddizioni, che il vento rinnovatore porta con sé.