Daniele Guglielmi
I terroristi del rock
Un’apologia dell’Heavy Metal la musica che fa (ancora) paura

Edizione Anno: 2024
Collana Play Loud
Pagine: 610
Formati disponibili
Libro: 9791255241355 Prezzo: € 21,00

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“Tale testo, in cuor mio, vuole così essere null’altro che un piccolo atto di giustizia al fine di rendere il legittimo merito artistico a tanti musicisti che, con le loro gesta e i loro lavori, hanno saputo scrivere pagine fondamentali della storia della musica. Per tale motivo ho favorito un taglio obiettivamente storico e privatamente “apologetico”, nel senso di voler proporre un’approfondita critica musicale, scritta tuttavia con gli occhi dell’appassionato che, pur cosciente del carattere volutamente poco enciclopedico dell’opera, vuole trasmettere il proprio punto di vista all’interno di un costrutto descrittivo complesso per natura, avendo come oggetto una storia fatta di tante sfaccettature sotto l’aspetto artistico e umano”.

(Dall’introduzione dell’autore)


“Se l’essenza concettuale di codesta musica è ancora un’entità vivida e scalciante, lo dobbiamo anche a persone come Daniele che, grazie alle sue accuratissime e preziose informazioni, ci regala questa vera e propria Bibbia della musica estrema”.

(Andrea “Capò” Corsetti)


“Insomma, non sono mai stato metallaro e questo credo si sia capito, però ho sempre avuto un debole per quelli che, con una fortunata scelta semantica, Guglielmi definisce “i terroristi del rock”. Questo perché, così facendo, Guglielmi non va a definire un suono in senso stretto, bensì un’attitudine e leggendo le pagine che diacronicamente e trasversalmente l’autore ha dedicato ai “marginali” del rock, ai maledetti, agli schifati, ai messi alla berlina mi sono reso conto – e spero che lo facciano anche i lettori non proprio “metallari” – che, scientemente, si parlava di chi infrange la norma, di chi è una minoranza, di chi se ne frega di giudizi e cliché e cerca una via personale per (auto)definirsi e per dare una valvola di sfogo, attiva (sul palco) o passiva (l’ascolto), al proprio essere”.

(Stefano Pifferi)

Il libro non contiene interventi.