Edmund Burke (1729-1797) conclude la ricerca intorno al bello e al sublime con una preziosa riflessione sul linguaggio. Preparata dalle reazioni di teologi e filosofi irlandesi al Saggio lockiano, la semantica emotiva elaborata nell'Enquiry (1757-1759) costituisce uno dei primi esempi di antirappresentazionalismo linguistico e una fonte essenziale nella tradizione del pragmatismo anglo-americano. Oltre ad argomentare tale ipotesi, questo studio avvicina il pensiero di Burke alle teorie linguistiche che da Humboldt a Wittgenstein hanno esibito la natura doppia, paradossale, del linguaggio e di ogni conoscenza umana, per tornare infine a un tema classico della cultura del Settecento europeo: il gusto.