La città dell’Aquila ha ospitato nelle giornate dal 26 al 28 maggio 2016 il convegno internazionale organizzato da Rete Montagna, dal titolo “Le montagne dopo eventi estremi: declino o nuovi percorsi di sviluppo?” L’occasione è stata quella di chiamare a raccolta studiose e studiosi per creare sinergie, raccontare buone pratiche e dare nuove risposte per il futuro di Alpi e Appennini. Il presente volume non vuole essere un punto d’arrivo ma un motivo in più di riflessione. Un contributo per la costruzione di un futuro migliore. Un faro acceso su un tema fondamentale che riguarda i sentimenti più intimi delle comunità locali, del loro vivere quotidiano, della loro sicurezza, per una rinnovata e più efficace costruzione di un modello di sviluppo ecosostenibile. Dai giorni del convegno aquilano a oggi gli Appennini hanno continuato a tremare. Conosciamo gli indici di sismicità degli Appennini e di tutto il territorio nazionale, sappiamo quante volte immani disastri hanno colpito le popolazioni, ma la consapevolezza del pericolo e le moderne tecniche costruttive antisismiche da sole, non sono sufficienti per determinare scelte definitive e per programmare un progetto di vita. La priorità è assegnare a questi territori un rinnovato protagonismo di ruolo nel panorama economico italiano, che guidato da forze endogene, possa partecipare attivamente al governo del cambiamento epocale che tutto il Paese sta vivendo. E tutto questo potrà essere ideato e realizzato anche grazie alle nuove tecnologie oggi a disposizione. La montagna ha bisogno di tutti e tutto il resto del territorio ha bisogno di una montagna sicura e aperta all’innovazione a garanzia di uno sviluppo omogeneo e di qualità.