Questo libro non nasce dal desiderio di dimostrare che anche un «estraneo» può comprendere il discorso intimo e doloroso del russo Andrej Platonov. Questo libro nasce dalla certezza che se l’esistenza di Andrej Platonov ancora oggi può essere solo tratteggiata in una griglia cronologico-biografica, la sua faticosa scrittura intenta a narrare i temi eterni della morte, dell’eros, della solitudine degli esseri viventi, dell’aggressività di una natura ostile e al contempo fragile, della tecnica e il mito, superi invece le barriere nazionali e culturali sciogliendo il lettore dai vincoli delle anguste, pedisseque conoscenze del contesto storico-letterario.