Il libro prende in esame la prima fase poetica di Giorgio Caproni, ad iniziare dalle prove degli anni Trenta del secolo scorso fino alla raccolta Il seme del piangere, del 1959, attraverso la puntuale analisi dei componimenti che tiene sempre in considerazione la complementarietà di significante e di significato. L’indagine, condotta in primo luogo sul linguaggio, porta altresì alla luce affinità con Myricae di Giovanni Pascoli, ponendo l’attenzione su un aspetto non ancora interamente esplorato, in linea con gli esiti storico-critici che individuano proprio nel ‘pascolismo’ il punto di partenza della poesia caproniana.