Attraverso l’analisi di alcuni testi teatrali settecenteschi, scelti come particolarmente rappresentativi, il libro propone un’interpretazione del mito edipico, nel suo adeguarsi alle differenti concezioni del tragico. Osservando il paradigma nelle sue variazioni, lo studio si concentra sull’evoluzione della prospettiva di colpevolezza del protagonista, dalla sostanziale assoluzione sofoclea fino alla condanna sempre più decisa della modernità. All’imporsi della vicenda incestuosa sul parricidio corrisponde anche il passaggio dalla tragedia politica ad una di stampo più intimista, nella quale conquista spessore drammaturgico una dimensione sentimentale e onirica. Ad un capitolo introduttivo, volto a misurare la portata del mito nella letteratura cinque-secentesca italiana in relazione alle teorie del tragico, seguono quattro letture di testi teatrali che propongono soluzioni innovative nella tradizione.