Fu missionario in Brasile. Si tratta di uno dei personaggi più importanti del XVII secolo in campo politico, distinguendosi anche come missionario in Brasile. In questa veste difese infaticabilmente i diritti umani degli indigeni, combattendo le espropriazioni e la schiavitù. Veniva chiamato "Paiaçu" (Padre Grande).
Nato da un copista dell'Inquisizione a Lisbona, all'età di sei anni, nel 1615, andò a raggiungere il padre a Salvador de Bahia (Brasile), dove era stato trasferito alcuni anni prima.
Fu educato nell'unica scuola presente allora, il collegio gesuita di Bahia. Entrò nel noviziato gesuita nel 1623. In seguito alle invasioni degli olandesi in Brasile fu costretto a rifugiarsi all'interno del paese. Qui maturò in lui la vocazione a farsi missionario. Nel 1625 pronunciò i primi voti. All'età di diciotto anni studiò retorica, logica, fisica, matematica, economia e in seguito teologia dogmatica, al collegio di Olinda. Scrisse le lettere annuali della provincia.
Nel 1635 fu ordinato presbitero. Iniziò presto a distinguersi come oratore; i tre sermoni patriottici che pronunciò a Bahia negli anni 1638-40 sono significativi per la potenza dell'immaginazione e per la dignità del linguaggio. Il sermone per la vittoria del Portogallo sui Paesi Bassi è stato commentato da Abbé Raynal dicendo che fu "forse il discorso più straordinario mai sentito da un pulpito cristiano".
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